In una delle molteplici trasferte del coro Campo dei Fiori un presentatore della serata (si esibivano anche altri cori) chiese al maestro: Da dove vi deriva quel nome così grazioso? Risposta: il Campo dei Fiori è la montagna che sovrasta Varese, cioè la nostra montagna. Ecco spiegata la denominazione di strettissima e amatissima geografia locale.
Il coro nasce all’inizio del 1980 e precisamente il 31 gennaio, per volontà del Gruppo Alpini di Varese nella persona del generale Giacomo Ferrero. Il buon generale da tempo cercava di dotare il Gruppo Alpini di una voce musicale, fosse una piccola fanfara, un gruppo di percussioni o un coro. Il coro rappresentò la via più percorribile perchè già spianata dall’esistenza di alpini ed amici amanti dei canti di montagna; le adesioni infatti non mancarono, la volontà pure.
Le voci cominciarono ad essere selezionate ed indirizzate allo scopo dal Maestro Baioni, paziente e sempre presente. Prima uscita, il 26 aprile 1981, in occasione della celebrazione della Pasqua dell’Alpino presso la cripta della chiesa della Brunella a Varese. Oltre un anno di intensa attività preparatoria per un risultato che, pur nel grezzo modulare delle voci non completamente educate, lasciava presagire un buon futuro. Così avvenne.
Il Gruppo Alpini poteva quindi contare su un proprio coro: i canti di montagna, quelli della trincea e del folclore (preziosa ed insostituibile testimonianza storica di popolo) entrarono presto nel repertorio. Solo chi è superficiale e totalmente digiuno di cultura musicale può pensare che un coro alpino sia, tutto sommato, una facile esibizione di vocalità collettiva confondendo così un impianto musicale polifonico e coordinato con i… cantori da osteria.
Perchè questa riflessione ? Perchè solo un buon umile ascoltatore e gli addetti ai lavori sanno quanta dedizione occorra per approntare un coro degno di tale nome: prove, prove, prove e ancora prove! Si dice che la voce sia come uno strumento musicale, che richieda quindi educazione ed allenamento. Non solo! Le voci sono diverse (venti, trenta o più) e vanno coordinate sino ad ottenere il giusto impasto armonico.
I coristi del Campo dei Fiori si sono pertanto sottoposti ad una prassi rigorosa; la preparazione dei canti avviene con due prove tutte le settimane presso la sede degli alpini. Nei vent’anni di vita la compagine ha dovuto lamentare diverse defezioni (dovute a ragioni di famiglia e all’impegno e alla disciplina che il cantar bene richiede), rimpiazzate però da nuovi ingressi. Se ciò costituisce un aspetto negativo per la perdita magari di un elemento valido e quindi per il lavoro di preparazione andato in fumo, vi è anche un aspetto positivo dovuto all’acquisizione di nuove voci che conferiscono al coro una vitalità canora sempre in movimento. Ciò mette a dura prova l’impegno didattico del Maestro, ma ne affina il mestiere.
La professionalità sempre maggiore acquisita negli anni ha consentito al coro di spaziare anche in altri campi quali il canto sacro ed il folclore straniero. La sua attività è contrassegnata da molte trasferte, anche all’estero. Si sono tenuti concerti a Lugano, in Lussemburgo, a Lucerna. Adunate alpine nazionali e manifestazioni locali hanno avuto la sua apprezzata presenza. Ha partecipato a svariate rassegne con altri cori. E’ apparso nella TV svizzera. Numerose pure le presenze in occasione di manifestazioni religiose quali messe natalizie e pasquali. Va pure segnalato l’incontro con gli ospiti di case di riposo che tanto dimostrano di apprezzare i canti della loro giovinezza.
L’attività degli Alpini di Varese si conclude ogni anno con un consuntivo morale e concreto che si tinene in occasione delle festività natalizie presso la chiesa di S.Antonio alla Motta; il Coro Campo dei Fiori con una serie di pennellate vocali ben assestate accompagna lo svolgimento della manifestazione.
Il ventennio ora sta per concludersi, l’attività del coro deve andare avanti con entusiasmo.
Tutti i coristi vanno ringraziati per la passione ed il disinteresse, quelli attuali, quelli che hanno lasciato, vecchi e giovani. E’ doveroso però menzionare coloro che hanno resistito per un ventennio, cioè i veterani del canto alpino. Ecco i nomi: Aurelio Baioni (il maestro), Sandro Balduzzi, Giuseppe Bernasconi, Silvio Botter, Franco Brumana e Leandro Colombo. Vent’anni or sono apprendevano i primi rudimenti del canto corale sotto la guida del Baioni; ora con i capelli bianchi, o senza capelli continuano con lo stesso entusiasmo.
Il coro Campo dei Fiori è ora, con altre organizzazioni similari, una preziosa piccola risorsa di cultura musicale popolare su cui, non solo gli alpini, ma la città di Varese può fare assegnamento.PRESIDENTE DEL CORO
Fabio Monti